Industria 4.0: come sta andando in Italia?

#crearevalore
IND4.0G

L’Industria 4.0 ha trainato, negli ultimi anni, una buona parte degli investimenti tecnologici, circa 3,2 miliardi nel 2018 (+35% rispetto all’anno precedente), ma se analizziamo bene i numeri scopriamo che c’è ancora molto da fare.

La crescita italiana è dovuta prevalentemente al Piano Nazionale Impresa 4.0 che, seppur in ritardo di diversi anni rispetto ad altri paesi europei, ha permesso alle aziende di investire in comparti che, ormai è chiaro da tempo, rappresentano il futuro dell’economia globale.

 

L’Italia e l’Industria 4.0: facciamo il punto

Come accennato prima, sulla base della spinta del Piano Nazionale Impresa 4.0, molte aziende italiane hanno rinnovato il proprio parco tecnologico, per avvicinarsi alle prerogative della nuova rivoluzione industriale.

La portata dell’Industria 4.0 è giusto ricordare che un cambiamento di tale portata non può che essere racchiuso in una sola parola: rivoluzione.

Dopo l’avvento del vapore alla fine del 1700, l’arrivo dell’elettricità a metà del 1800, ed il più recente ingresso dell’informatica (avvenuto nel 1971), quello a cui stiamo assistendo è il quarto passaggio fondamentale per l’industria mondiale.

E come tale deve essere considerato in termini di impegno, lavoro, sforzo ed investimenti

Ma torniamo a noi ed ai 3,2 miliardi di euro di investimenti registrati nel 2018 ) e cerchiamo di capire qual è stata la loro ripartizione.

Secondo l’ultima ricerca dell’Osservatorio Industria 4.0 della School of  Management del Politecnico di Milano, la tecnologia su cui si punta è rappresentata dalle infrastrutture IT. Esse complessivamente contano il 60% circa degli investimenti.

Il comparto per il quale sono stati richiesti i maggiori fondi è l’Industrial IoT (internet of things). Ciò dimostra che la società attuale sta virando verso un mondo sempre più interconnesso, ed il rapporto uomo/macchina assumerà a breve un significato differente.

Sono stati speso solo 220 milioni di euro nel settore delle attività di consulenza e formazione, in pratica si è investito molto poco sulle competenze.

 

Quali competenze sono richieste dall’4.0?

Non solo manifattura e produzione, l’Industria 4.0 richiede un enorme sforzo, sia in termini di investimento che organizzativi, sulla valorizzazione delle competenze professionali.

Il mondo è profondamente cambiato e con esso anche il settore lavorativo. Le competenze necessarie a far viaggiare un’azienda sui giusti binari non sono più quelle di una volta. O quantomeno non bastano.

Per guidare la fase di transizione digitale è necessario che anche i lavoratori siano coinvolti nei progetti, al fine di acquisire quelle skill fondamentali, per evolvere il proprio ruolo e quello dell’azienda stessa.

I dati che emergono dal rapporto sono davvero preoccupanti perché confermano lo scollamento tra la proprietà, il management ed i dipendenti delle aziende.

Solo il 7,8% delle imprese ha coinvolto i lavoratori all’interno del progetto 4.0

E non finisce qui perché nel 25% dei casi le aziende non hanno affidato alcun ruolo ai lavoratori ed addirittura soltanto il 26,6% delle aziende si sono preoccupate di informarli di un progetto legato ad Industria 4.0.

Cosa vuol dire tutto questo? Semplice, che al netto degli investimenti le stesse imprese potranno pagare il prezzo di una zavorra rappresentata dalla mancanza di preparazione dei loro stessi dipendenti, raggiungendo come unico risultato l’impossibilità di sfruttare al 100% gli investimenti effettuati.

 

Il ruolo dei consulenti nell’Industria 4.0

Parliamoci chiaro, le imprese italiane affidano l’analisi delle competenze e la conseguente formazione nella maggior parte dei casi alle risorse interne, che potrebbero non essere adeguatamente preparate al lavoro da svolgere.

Un’altra soluzione potrebbe essere quella di guardarsi intorno e ricercare dei consulenti esterni, esperti delle complesse dinamiche che l’Industria 4.0 sta rimettendo in gioco.

In questo modo diventa possibile far crescere le competenze delle persone ed il loro senso di appartenenza all’azienda attraverso una serie di attività formative che possano sostenere la crescita derivata dagli investimenti.

Sono le persone il primo motore di processi efficaci ed efficienti

 Se ti interessa approfondire il discorso ti consigliamo di inviare una mail ad info@leanevolution.com e sarai ricontattato da un nostro responsabile.

Torna a Magazine