Investire in Minibond Vino e Minibond Alimentare

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Il Made in Italy, da sempre, è garanzia nel mondo di qualità ed eccellenza in differenti settori, dalla moda all’alimentare. Uno status simbol che attira sempre più investitori disposti a versare quattrini in progetti dal ritorno sicuro, molto più affidabili che in altri campi finanziari.
Tra questi, certamente il mondo del vino muove cifre da capogiro, con appassionati winelovers sparsi in tutto il mondo che comprendono il potenziale economico delle eccellenze vinicole italiane. Così come il mondo dell’alimentare.
Ecco perchè le imprese italiane devono investire in minibond.

 

Case History Minibond Vino

Nel 2016 le Tenute Piccini, con un fatturato di 50 milioni di euro nel 2015, sono state la prima azienda vitivinicola ad emettere minibond vino per 5 milioni di euro, in vista di un’espansione sui mercati esteri.

Una mossa azzeccata e sicura di finanziamento senza ricorrere al credito bancario. Ciò ha permesso all’azienda di emettere cinquanta titoli di debito del valore nominale di 100.000, incentrati sulla produzione vinicola di diverse annate.

D’altronde, molte cantine italiane di grandi dimensioni, con un prestigio internazionale riconosciuto, posseggono un patrimonio ‘fermo’ in cantina. Ed è proprio il valore di mercato delle produzioni di qualità ad attirare facilmente gli investitori.

Tenendo presente che sempre più i nuovi mercati (basta guardare a oriente) sono sempre più interessati al patrimonio  enogastronomico italiano.

Ma non solo il mondo del vino attira investitori: anche il minibond alimentare trova conferme importanti in Italia.

 

Case History Minibond Alimentare

Emissione dei minibond ed il Parmigiano Reggiano: anche il più famoso dei formaggi italiani si è affacciato nel mondo dei Minibond e lo ha fatto a seguito di un momento di difficoltà finanziaria.

La cooperativa modenese 4 Madonne Caseificio, nel 2015, si è vista negare la riconferma di alcuni fidi. Ingegnosamente, per accedere a nuove forme di credito, ha emesso 6 milioni di minibond con una cedola del 5% l’anno, potendo contare su un valore di magazzino dove stagionano le forme di parmigiano di 7 milioni, a garanzia degli investitori.

Anche Ferrarini (storico produttore emiliano di salumi e formaggi) ha raccolto 30 milioni di euro, ed ha già emesso la seconda serie di minibond alimentare a fine 2016.

 

Investire nei minibond diventa quindi una scelta sempre più indispensabile per le imprese che desiderano investire in progetti per rilanciare il valore d’impresa e la competitività sui mercati.

 

Ottenere nuovi finanziamenti senza ricorrere al credito bancario è possibile:

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